Pizza alternativa: un’idea imprenditoriale
Pit’sa, storia di una piccola rivoluzione felice
Pit’sa è un progetto imprenditoriale che ha al centro della propria offerta una pizza 100% plant-based, che fa bene alle persone a livello sociale, ambientale e fisico. In che modo? L’obiettivo ambizioso è di Giovanni Nicolussi e della compagna Valentina Giacomin. Ma come ci siamo conosciuti?
Come accade con molte idee geniali, l’ispirazione Giovanni l’ha presa dal proprio vissuto: una vita accanto a un fratello con disabilità, e l’impossibilità della madre di mangiare una pizza “normale” a causa di una malattia l’hanno spinto a riflettere su delle alternative alla pizza, ma non solo.
Il locale nasce a fine 2022 a Bergamo, comune di 120 mila abitanti lontano anni luce dall’apertura delle grandi metropoli e ancora molto legato alla propria cucina tradizionale, che prevede un largo uso di carne e ingredienti di origine animale. Pit’sa è riuscita a far breccia nel cuore dei bergamaschi, raggiungendo a soli due mesi dall’apertura un fatturato di oltre 120 mila euro e il full booking per le prime cinque settimane.
La pizza inclusiva a tutto tondo
Strategia e identità: le carte vincenti di una consulenza marketing
Come entra in gioco Brainpull? Con un servizio di consulenza marketing integrata rivolto a sviluppare un’identità forte, a creare una proposta di valore unica e distinguibile e a supportare il format nel suo percorso di orientamento nel mercato del food retail. Come racconta Giovanni:
"Avevo in mente un progetto e per realizzarlo ho pensato di cercare i nomi delle migliori agenzie di marketing in Italia: così ho trovato Brainpull e ho cominciato a sbirciare tra i loro lavori. A pelle ho avuto l’impressione di aver trovato chi faceva al mio caso e sotto l’insistenza di mia moglie Valentina ho deciso di scrivere una mail, il 22 dicembre 2020 alle 23.45. Sapevo che era un progetto pazzo che agli occhi di molti poteva sembrare un azzardo… ma non per Brainpull. Incontrare Brainpull nel nostro cammino è stata una grande fortuna: ho conosciuto persone fantastiche che ci hanno fatto sentire a casa!
Domingo Iudice (co-founder di Brainpull) mi ha ascoltato e consigliato sin dall’inizio: così è nato un rapporto prima di tutto di stima che poi si è rivelato fondamentale per tutte le nostre scelte per il nostro brand. Brainpull è formato da persone prima di tutto, che ci hanno accompagnato in modo materno nelle nostre scelte. Sono stato in Puglia nella loro sede, a Conversano, dove mi hanno ascoltato in molti con interesse e grande partecipazione: ho capito che avevo di fronte una squadra con una mentalità vincente! Ho sempre cercato il meglio e oggi l’ho trovato. Siamo convinti che una squadra forte è alla base di qualsiasi progetto e siamo sicuri che la nostra collaborazione ci porterà lontano!"
Da una pizzeria a Pit’sa: l’importanza di una consulenza marketing
Dopo un confronto con i proprietari di Pit’sa e un’analisi delle forze competitive, dell’identità del prodotto e del mercato di riferimento, è emersa una proposta che si discostava leggermente dalla loro idea iniziale. L’intuizione imprenditoriale di Nicolussi era basata su una pizza vegana al trancio. Al contrario, la nostra idea finale è stata di servire una pizza davvero “inclusiva”, e non esclusivamente vegana.
Le nostre analisi hanno evidenziato un’importante tendenza verso le diete plant-based e, soprattutto, verso le cosiddette alimentazioni flexitarian: i consumatori sono disposti a tagliare fuori quanto più possibile i prodotti animali, specie se hanno a disposizione alternative gustose, anche se senza rinunciarvi del tutto.
Come creare una pizza gustosa e plant-based che fa gola anche agli onnivori?
Ci pensa Brainpull: Pit’sa ha un impasto proprietario realizzato in house e una pizza rotonda da servire al piatto nella sua forma più classica. In questo modo abbiamo scongiurato il rischio di produrre un format che fosse rivolto a un bacino d’utenza eccessivamente ridotto, ideando un modello di business più sostenibile e meno dipendente dal potere contrattuale dei fornitori.
Fun fact: il nome originale proposto dai proprietari era “Riduco”. Noi abbiamo pensato di allontanarci dall’esclusività, dalla “riduzione”, e di andare invece verso l’apertura e l’inclusione. Pit’sa (questo è il nome che le abbiamo dato) non riduce, anzi, espande: il palato, la mente e la conoscenza di tutti gli avventori, sia sulle opportunità che la dieta vegan offre nel rispetto dell’ambiente, sia sul valore che emerge dal confronto con persone con disabilità.
Cosa abbiamo fatto
Tra il dire e il fare c’è di mezzo Brainpull
Dopo le fasi iniziali di pure thinking strategico siamo passati alla consulenza tattica, selezionando degli strumenti tecnologici e degli asset comunicativi più efficaci, con successiva execution di marketing operativo.
Inclusione, unicità, sostenibilità, genuinità, bontà, apertura. Partendo dai valori del brand e dagli insight ottenuti con la consulenza strategica siamo passati alle scelte operative in materia di naming e brand identity. L’obiettivo era quello di delineare una nuova identità aziendale, ottenendo un brand che valorizzasse le diversità sia di nome, che di fatto.
Era importante raccontare quello che fanno Giovanni e Valentina insieme a tutto lo staff in modo semplice, dritto al punto, proprio come si fa da Pit’sa. L’obiettivo? Diventare top of mind, dar vita a un progetto unico nel suo genere, in grado di ispirare altri imprenditori a percorrere la stessa strada.
Anche nell’identità visiva curata da Brainpull per il brand è possibile ritrovare quelle caratteristiche di genuinità, inclusività e friendliness a tutto tondo: essere coscienti del proprio impatto ambientale non significa dover rinunciare al gioco, al voler restare un po’ bambini.
"Quando inizio un percorso di consulenza, cerco di essere sempre il più schietto possibile: credo sia molto meglio arrossire oggi, piuttosto che impallidire domani. Siamo partiti da una business idea con un impatto sociale fantastico, ma con una business execution che andava completamente ribaltata. Per questo abbiamo deciso insieme di distruggere e ricostruire il marketing mix alla base, partendo da un’analisi del prodotto, cambiare il modello di business e le modalità di produzione, definire la strategia di pricing, le modalità e le strategie di comunicazione e infine creare l’ambientazione nel punto vendita."
Domingo Iudice, co-founder Brainpull
Il risultato è Pit’sa: una pizzeria a Bergamo, in una zona non centrale, che in soli 7 mesi continua a fare il pieno. Tanta gente al suo interno apprezza non solo il prodotto, che ha un impatto ambientale e sociale totalmente differente, ma soprattutto l’autenticità che caratterizza Pit’sa.
Un’idea che ora è un’insegna e un potenziale brand da scalare. Ci auguriamo che in futuro Pit’sa possa vedere altre piazze, ma in questo momento è bello anche solo condividere questa storia, che un po' porta anche la nostra firma.
La pizza che fa bene è sostenibile
Pit’sa è un locale inclusivo, sostenibile e che non si prende troppo sul serio. Questi valori non vengono solo professati, ma anche messi in pratica ogni giorno. Per questo abbiamo scelto di chiamare il locale di Giovanni “Pit’sa”: anche se sembra in modo insolito, alla fine si legge uguale. Pit’sa si legge “Pizza”.
Nessuna divisione. E l’inclusività passa anche per lo staff: sette membri del personale tra retrobanco e sala sono persone con la sindrome di Down.
Con il supporto di Coordown, associazione che lavora sulla promozione dei diritti delle persone con questa sindrome, Pit’sa ha partecipato al programma Hiring Chain, una campagna globale che ha innescato un circolo virtuoso della catena di assunzioni, generando per adolescenti e giovani adulti affetti dalla sindrome di Down nuove opportunità di impiego. In Italia, solo il 35,8% dei disabili ha un lavoro fisso: per Giovanni e Valentina, era ora di agire nel proprio piccolo per cambiare le cose.
Ma com’è la pizza di Pit’sa? A giudicare dal successo riscosso, buonissima e, soprattutto, sostenibile: gli ingredienti adoperati nelle preparazioni sono di qualità e derivano da produzioni sostenibili. La farina utilizzata è l’Antiqua Bongiovanni Tipo 1, del rinomato molino torinese Bongiovanni, macinata a pietra e a moderato contenuto proteico.
Quasi tutte le pizze contengono ingredienti di origine 100% vegetale, tranne due che contengono formaggio vaccino. Anche in questo caso, però, è stata premura dei proprietari selezionare formaggi da caseifici che rispettano le proprie mucche e l’ambiente utilizzando pascoli liberi e tecniche di produzione non invasive. L’ingrediente principe è il fermentino a base di anacardi, che al gusto richiama un formaggio fresco: 100% vegetale e plant-based, privo di latte e derivati. L’impasto è arioso e leggero, il cornicione ricorda quello croccante della pizza romana.
Il terzo valore cardine di Pit’sa è la leggerezza. Anche nel menù è presente un richiamo al gioco: insieme a ogni pizza viene servita una ciotolina con del sugo di pomodoro. L’idea è di Giovanni, che vuole strizzare l’occhio a una buona abitudine casalinga e tutta italiana: quella della scarpetta. E così si alimenta ulteriormente la cultura anti-spreco: non si butta proprio niente, nemmeno quel pezzettino di cornicione che di solito rimane nel piatto, e che adesso potrà tuffarsi indisturbato nel pomodoro.
I risultati ottenuti
La pizza dà i numeri!
Il servizio di consulenza marketing di Brainpull per Pit’sa ha dato vita a un nuovo format di successo a vari livelli. Una piccola isola felice fatta di impasti leggerissimi, condimenti creativi, ingredienti genuini e un servizio inclusivo. È difficile misurarne l’impatto sociale, ma possiamo quantificare il successo di Pit’sa dando qualche numero:
Fatturato a due mesi dall’apertura
Pizzeria con prenotazioni al completo per 5 settimane
Interazioni social in due mesi